Articolo pubblicato sulla rivista “Dolce Attesa” n. 91 – rubrica a cura del Dr. Maurizio Fabbri in risposta al quesito posto da una lettrice.
Titolo originale dell’articolo: Impetigine, l’antibiotico è d’obbligo
La dr.ssa Floria Bertolini svolge attività di dermatologo a Padova, Piove di Sacco, Vicenza e Rovigo.
L’impetigine ( o impetigo) è una infezione della pelle causata dallo streptococco del gruppo A, da solo o in associazione allo stafilococco aureo (impetigine contagiosa). Raramente, nel 5-10 % dei casi circa, è dovuta esclusivamente allo stafilococco aureo e in tal caso prende il nome di impetigine bollosa. Lo stafilococco aureo è un batterio che si rinviene in molte infezioni della pelle ,complicando altre patologie infiammatorie come l’eczema e le lesioni erpetiche o anche normali ferite cutanee. La vescicola/pustola dell’impetigine è localizzata appena al di sotto dello strato corneo dell’epidermide, vale a dire nella parte più superficiale della pelle. Le zone più colpite sono le estremità ma, in particolare nei bimbi più piccoli, le pustole possono diffondersi su tutto il corpo. L’impetigine contagiosa, se non trattata, ha una durata di parecchie settimane, per il formarsi in continuazione di nuovi elementi e, a volte, può complicarsi in cellulite, una infiammazione della pelle profonda che interessa gli strati sottostanti l’epidermide. Una possibile conseguenza, ancora più grave, è rappresentata dalla nefrite, ossia una patologia acuta che coinvolge il rene e, nei casi più severi, può evolvere nella nefrosi e nella insufficienza renale. E’ quindi sempre d’obbligo sottoporre l’impetigine all’attenzione del dermatologo e poi curarla. Solitamente la diagnosi è possibile con la sola osservazione clinica. L’igiene, e quindi la detersione della cute ammalata, è importante per limitare la diffusione delle pustole. Quando è presente una sola lesione, questa può essere curata con la terapia antibiotica o chemioterapica locale (crema a base di eritromicina, ketamicina, fusidato di sodio, tetraciclina, clorexidina). In tutti gli altri casi occorre prendere antibiotici per via generale per 5-7 giorni, associando comunque la terapia topica (locale).
L’antibiotico di elezione è’ la penicillina, ma nei casi di allergia o resistenza a questo farmaco, possono essere utilizzati in alternativa macrolidi, clindamicina, tetracicline. Se ad essere colpita è una donna in gravidanza, va effettuata la terapia a base di penicillina che non ha controindicazioni per il nascituro. E’ invece completamente da evitare la tetraciclina in quanto può provocare una colorazione marrone permanente dei denti del bambino che nascerà. Le stesse indicazioni terapeutiche valgono per l’impetgine bollosa che si distingue per il diverso aspetto delle vescicole e interessa però soprattutto neonati e bambini