La dottoressa Floria Bertolini, Dermatologo a Padova, Rovigo, Vicenza e Piove di Sacco (PD), ha pubblicato su “Educazione alla Salute”, rivista della Associazione Italiana Studio Malformazioni e della Fondazione ASM per la Salute dell’Infanzia, un articolo sulla crosta lattea, con il titolo “Neonati, una questione di pelle” , Anno 25 n.1 – Gennaio-Aprile 2019 pagg. 18-20
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Nei primi tre mesi di vita la maggior parte dei neonati è affetta dalla crosta lattea, una forma di dermatite seborroica che interessa in prevalenza il cuoio capelluto ed è dovuta probabilmente alla stimolazione delle ghiandole sebacee da parte degli ormoni androgeni materni durante la pregressa gravidanza. Il problema si risolve spontaneamente e non richiede cure farmacologiche, essendo sufficiente la rimozione delle croste con l’utilizzo di oli emollienti. La dermatite atopica presenta sintomi simili alla crosta lattea, ma compare di solito più tardi, ed è difficilmente diagnosticabile quando è precoce, poiché il prurito che la caratterizza non è avvertito dai neonati
Con il termine di crosta lattea si intende la manifestazione riscontrata spesso sulla cute del cuoio capelluto dei neonati durante le prime settimane di vita, e che tende a risolversi spontaneamente entro i primi 3-4 mesi. È caratterizzata da squame cutanee giallognole nella parte superiore del cuoio capelluto, e ne sono affetti circa due terzi di tutti i bambini fra le tre settimane e i tre mesi di vita.
Esordio precoce e cura
Una desquamazione simile a forfora nella parte superiore del cuoio capelluto non è sempre crosta lattea, e può essere presente nei primi mesi di vita in almeno due condizioni. La prima, che si può osservare durante i primi giorni dalla nascita, è conseguente alla persistenza della vernix caseosa, uno strato biancastro, di aspetto ceroso, che ricopre la pelle dei neonati subito dopo il parto, e che si ritiene abbia un ruolo protettivo durante lo sviluppo del nascituro e nelle sue prime ore di vita. Questa situazione, quando permane più della norma, dura per pochi giorni dopo la nascita. La seconda condizione, diflìcilmente diagnosticabile in questa fase della vita, è la dermatite atopica (detta anche eczema costituzionale), che tende a manifestarsi in modo tipico dopo i tre mesi di età.
La crosta lattea, come si è detto, è caratteristica dei primi tre mesi di vita, ed è Ia dermatite seborroica del neonato. Può colpire, oltre al cuoio capelluto, anche la fronte, le sopracciglia, la zona retrostante le orecchie e il naso. Esiste anche una variante di dermatite seborroica bipolare del neonato, che interessa il cuoio capelluto e la regione del pannolino. A volte questa varietà, nel tempo, si svela come psoriasi, poiché le tipiche manifestazioni di questa patologia, con le squame argentee, si osservano più tardi rispetto all’età neonatale. La dermatite seborroica neonatale è probabile che sia dovuta ad un aumento di secrezione da parte delle ghiandole sebacee durante le prime settimane di vita, provocato dalla stimolazione degli androgeni materni, vale a dire di quegli ormoni che si riscontrano in misura più elevata durante la gravidanza e che, attraverso il cordone ombelicale, vengono trasmessi anche al feto. Si suppone che esistano anche altri fattori concomitanti, quali il Pityrosporum ovalis o lo Staffilococcum aureus. microrganismi che spesso sono presenti sulla cute, ma che potrebbero giocare un ruolo patogenetico sulla dermatite seborroica del neonato. Venendo alle opzioni terapeutiche, la crosta lattea non richiede alcuna cura farmacologica per essere contrastata e debellata, e I’eliminazione delle squame non deve avvenire meccanicamente. Per rimuovere le croste è sufflciente I’uso di emollienti. come l’olio di mandorle dolci. che deve essere applicato per alcune ore prima della detersione del cuoio capelluto.
Una differenza importante
Comprendere la differenza tra la dermatite desquamativa del cuoio capelluto secondaria alla dermatite atopica e la crosta lattea è molto importante, essendo la dermatite atopica la diagnosi differenziale più frequente in caso di crosta lattea. Le manifestazioni eritemato-desquamative del cuoio capelluto e della regione retroauricolare sono le stesse sia per la dermatite seborroica sia per la dermatite atopica del neonato, rendendo difficile la diagnosi differenziale tra le due patologie mediante i soli criteri clinici a disposizione. Un sintomo importante nel definire la gravità della dermatite atopica è il prurito, ma questo sintomo non è avvertito nei bambini così piccoli, e non è pertanto di ausilio per chiarire la diagnosi corretta. lnoltre, la dermatite atopica compare di frequente fin dall’età pediatrica, e nel 50% dei soggetti si manifesta già entro il primo anno di vita, tendendo ad esordire solitamente dopo il terzo mese dalla nascita, a differenza, come si è visto, della dermatite seborroica. In alcuni casi, però, la diagnosi avviene con certezza solo successivamente. Una storia positiva per atopia (allergia) familiare e Ia presenza di squame giallognole, a causa di essudazione intensa per la severità delle manifestazioni dell’infiammazione, possono far decidere di tenere in osservazione il piccolo paziente, prima di poter optare per una diagnosi sicura.
Se la dermatite è atopica
Assai piu di rado, in epoca neonatale, cioè nel primo mese di vita, la dermatite atopica si presenta già con le tipiche lesioni eczematose al volto, al collo e alle regioni estensorie degli arti. La variante che compare nei bambini di età inferiore a due anni viene chiamata dermatite atopica del lattante. La forma acuta di dermatite atopica neonatale si manifesta con chiazzette eritemato-eczematose accompagnate da vescicole che tendono all’essudazione e alla successiva formazione di croste o squamo-croste. Le sedi più colpite sono il volto, in particolare le aree convesse, quali fronte, guance e mento, senza interessamento della zona centro-facciale, tipica della dermatite seborroica. Oltre al capo, in questa età possono essere interessati il collo e le superlìci estensorie degli arti. Il coinvolgimento delle pieghe flessorie dei gomiti e delle ginocchia è meno frequente prima dei due anni di età ed è tipico, invece, negli atopici che hanno oltrepassato tale soglia. Il tronco è spesso meno coinvolto, e l’area del pannolino è in genere risparmiata. Nei primi mesi di vita può mancare il riflesso del grattamento: per questo motivo spesso mancano lesioni da grattamento, in assenza delle quali l’eczema costituzionale appare, come già detto, di gravità inferiore. Il bambino di frequente appare irrequieto e questa condizione può essere determinata dal sudore sulla cute o dal contatto con le etichette dei vestiti, che sono moito irritanti per la pelle deil’atopico. Nei mesi successivi, con la comparsa del sintomo, il grattamento modifica l’aspetto delle rnanifestazioni cutanee e spesso la pelle appare ispessita, secca, con lesioni da grattamento, su cui possono anche inserirsi manifestazioni di tipo acuto. Le variazioni dii temperatura e i capi di abbigliamento ruvidi possono provocare la comparsa di prurito violento e causare un aggravamento della dermatite atopica.