Articolo sulla dermatite atopica a cura della Dr.ssa Floria Bertolini. La dottoressaattualmente svolge attività di dermatologo a Padova, Piove di Sacco, Vicenza e Rovigo,
pubblicato su: Notizie ASM – Educazione alla Salute Anno 12 – n. 2 – Marzo Aprile 2005
Dermatite atopica (eczema costituzionale)
Titolo originale : Bebè, una questione di pelle (dermatite atopica)
Caratterizzata soprattutto dal prurito, la dermatite atopica colpisce i neonati fin dal terzo mese di vita. La sua frequenza sta mostrando un incremento nei Paesi industrializzati, in particolare all’interno dei contesti urbani e delle classi più abbienti, laddove gli ambienti domestici sono più confortevoli. Spesso questa patologia, che coinvolge particolarmente il viso, è associata anche a forme allergiche che interessano le vie respiratorie e gli occhi. Per contrastare il prurito, molto fastidioso per il bebé, occorre mettere in atto alcuni accorgimenti relativi, per esempio, aWabbigliamento del piccolo e al bagnetto, che può essere considerato come parte integrante della terapia. C’è poi un ampio ventaglio di /armaci, a partire dai cortisonici e dagli antistaminici, che possono essere utilizzati nel trattamento della malattia, sotto lo stretto controllo dello specialista.
La dermatite atopica (DA) è una patologia ad espressione cutanea che spesso viene indicata con altri sinonimi, di cui i più frequenti sono quelli di eczema costituzionale, eczema atopico, eczema endogeno. I soggetti affetti sviluppano spesso anche allergie che interessano le vie respiratorie o gli occhi, quali asma e/o oculorinite. Clinica-mente, la dermatite atopica è ca- ratterizzata da aree intensamente eritematose, spesso ricoperte da una fine desquamazione biancastra, talora essudanti. Il prurito è sempre presente, e generalmente è molto intenso.
Una malattia in crescita
Si calcola che la dermatite colpisca il 20% della popolazione dei Paesi industrializzati, e sembra essere in continua crescita negli ultimi cinquant’anni. Questo tipo di eczema interessa in eguai misura entrambi i sessi, con una leggera prevalenza per quello femminile, e generalmente esordisce prima dei cinque anni d’età, con tendenza all’attenuazione delle manifestazioni cutanee dopo la pubertà. In casi limitati, i primi sintomi compaiono in età adulta. Gli studi indirizzano verso una possibile differenza d’incidenza della malattia a seconda dei vari gruppi etnici e verso una frequenza nettamente più elevata nei bambini che vivono in città rispetto a quelli che abitano nelle zone rurali. Questa affezione coinvolgerebbe in modo maggiore i gruppi socioeconomici più abbienti. La classe sociale è infatti un indicatore che riassume svariati fattori in grado di giocare un ruolo nel provocare la dermatite atopica, come la dimensione del nucleo familiare, l’esposizione precoce ad infezioni, le condizioni abitative.
L’importanza dell’ambiente
La dermatite atopica è causata dall’interazione tra fattori genetici ed ambientali. L’aumento della sua frequenza negli ultimi quaranta-cinquanta anni ci induce a ritenere che i fattori genetici
da soli non possano spiegare l’insorgenza della patologia. Tra i fattori ambientali risultano importanti le caratteristiche dell’abitazione, l’esposizione precoce ad agenti infettivi, la dieta. Ad esempio, i moderni ambienti domestici, caratterizzati da un buon isolamento termico, dalla presenza di riscaldamento centralizzato e di tappeti e moquette, differiscono notevolmente rispetto a quelli di alcuni decenni orsono. L’anomala reattività immunitària verso antigeni comunemente presenti nell’ambiente, che normalmente non provocano alcuna reazione allergica, scatena eventi patologici in soggetti predisposti. Due sono le forme di dermatite atopica che si possono osservare: l’eczema estrinseco, in cui la dermatite si associa ad asma bronchiale e/o infiammazione allergica delle vie aeree superiori (rinite) o della congiuntiva (congiuntivite), e l’eczema intrinseco, in cui le manifestazioni cutanee non sono associate ad altri sintomi allergici. Le due forme evidenziano una risposta differente alle terapie con antistaminici per sedare il prurito.
I sintomi nell’infanzia
La caratteristica delle lesioni cutanee e la loro disposizione sono elementi spesso sufficienti per la diagnosi della malattia. Gli aspetti cimici, generalmente, variano a seconda dell’età del paziente: si riconoscono una forma della prima infanzia, una della seconda infanzia, e una dell’adulto. Abitualmente, i primi segni della dermatite atopica compaiono verso il terzo mese di vita del bambino. Il viso è una zona par-ticolarmente interessata, con manifestazioni alle guance, alla fronte e al mento, generalmente in modo bilaterale, con esclusione del naso. Possono essere coinvolte anche le pieghe anticubitali (regione flessoria a livello dei gomiti) e poplitee (regione flessoria in corrispondenza del ginocchio), i polsi, le superfici laterali delle gambe. Le manifestazioni sono abitualmente arrossate, essudanti, desquamanti, accompagnate spesso da croste umide e da fissurazioni, cioè da lesioni lineari della pelle simili a solchi. Nella seconda infanzia sono colpite prevalentemente le pieghe anticubitali e poplitee, mentre la cute della regione pe-riorale generalmente è molto secca, soprattutto nei periodi invernali. Le manifestazioni spesso conferiscono un aspetto licheni-ficato (ossia ispessito) e ruvido alla cute, e possono essere presenti erosioni (cioè abrasioni) e croste. Non riferiamo le caratteristiche delle lesioni cutanee nell’adulto, non essendo interessanti per i lettori di questa rivista e risultando, comunque, molto meno frequenti.
Le indagini che vengono usualmente effettuate nei bambini affetti da questa patologia sono i dosaggi dei valori delle Immuno-globuline E (IgE) totali (dette anche “reagine”)e delle IgE specifiche (RAST) nel reagire verso allergeni che possono essere respirati (inalanti ed epiteli) o assunti per via alimentare: l’80% degli individui malati tende infatti a sviluppare questi anticorpi in eccesso.
Come combattere il prurito
II sintomo principale dell’eczema atopico è, come già accennato, il prurito: spesso particolarmente fastidioso, è causa di grattamento, fino a provocare fissurazioni della pelle e, a volte, sovrainfezioni batteriche. Un corollario del prurito è la perdita di ore di sonno da parte del bambino e dei suoi familiari. Per impedire il grattamento si consigliano alcuni accorgimenti: tenere il piccolo impegnato con i suoi giochi preferiti, non surriscaldare la sua cameretta, fare uso di pigiami leggeri ed evitare di coprirlo eccessivamente, impiegare, a diretto contatto con la pelle, indumenti di cotone. La lana, infatti, intensifica il prurito, non per fenomeni allergici, ma irritativi. Anche le fibre sintetiche non sono indicate per il contatto con la cute del bambino atopico
Il bagno può essere considerato parte integrante della terapia della dermatite, purché sia effettuato rispettando alcune regole. Le principali prescrizioni partono dall’abbandono dei saponi: si dovrà invece fare uso di emulsioni “olio in acqua” o “acqua in olio”, da aggiungere all’acqua del bagno. Queste emulsioni permettono di eliminare lo sporco, le squame e le croste. In più, l’aggiunta di oli nell’acqua facilita la formazione di un sottile strato lipidicò su tutta la superficie cutanea. Va anche ricordato che l’acqua della vasca non deve essere eccessivamente calda, mentre il bagno dovrebbe durare 10-15 minuti. Per rendere questo appuntamento un momento di svago, che susciti nel bimbo un piacevole senso d’attesa, è opportuno consentirgli di portare nella vasca alcuni dei suoi giochi preferiti. Infine, l’asciugatura deve essere fatta per tamponamento, anziché per strofinamento.
Per ridurre il prurito associato alla secchezza cutanea si raccomanda, dopo il bagno, l’uso regolare di un emolliente, allo scopo di mantenere l’idratazione della pelle e di realizzare un film protettivo nei confronti dei fattori ambientali irritanti. Non esiste un prodotto valido per tutti allo stesso modo, e per ogni soggetto esso può variare in relazione alle sedi in cui è utilizzato. Ad esempio, in alcune aree più esposte, come le mani o il viso, le applicazioni, in caso di giornate ventose, vanno ripetute più volte al giorno.
In via precauzionale, si suggerisce anche una dieta ipoallergenica nei primi mesi di vita, ope-
rando l’introduzione tardiva di uova, crostacei e molluschi, cioccolato, arachidi. Per alcuni studiosi, si tratta di un accorgimento che può giovare pure alla mamma che allatta. La reale utilità di questa dieta è però, allo stato attuale, materia ancora controversa.
Farmaci per ogni necessità
Quando, nonostante la buona idratazione, la dermatite atopica si riacutizza, i corticosteroidi (detti anche cortisonici o steroidi) per uso locale rappresentano tuttora il caposaldo nel trattamento della malattia. Introdotti da oltre mezzo secolo, largamente usati, e spesso adoperati in maniera eccessiva, sono farmaci di sicura efficacia, ma da impiegare sotto stretto controllo medico. Nelle forme che non rispondono in modo del tutto soddisfacente alla terapia steroidea topica (vale a dire locale, in sedi specifiche) ci si serve di antistaminici per arginare il prurito. La loro reale utilità nel controllo della patologia è tuttavia controversa. L’impiego di antibiotici si rivela indispensabile nei casi in cui l’eczema sia associato a sovrainfezione batterica. D’altro canto, gli agenti infettivi possono agire da “frigger”, ossia da fattore scatenante, della dermatite, causandone riacutizzazioni improvvise o peggioramenti. In presenza di recidive resistenti, alla terapia steroidea locale si possono associare, per brevi periodi, sferoidi sistemici, cioè assunti per via orale. In casi selezionati, sono utili gli immunomodulatori sistemici, il più usato dei quali è la ciclosporina “A”. Recentemente sono stati introdotti farmaci immunomodulatori per uso locale. Si tratta di tacrolimus e pimecrolimus, che vengono adoperati nelle forme di media o elevata gravita resistenti alle cure con steroidi. Sono validi sia sulle manifestazioni cliniche della dermatite atopica, sia sul sintomo del prurito. Possono essere impiegati dall’età di due anni, e hanno il grande vantaggio di non causare atrofia della pelle, come invece si può osservare con l’utilizzo protratto degli steroidi, soprattutto di quelli più potenti. Inoltre, sono molto efficaci. A parte l’idratazione costante, ogni altra terapia necessita del controllo dello specialista.